La vitamina D va considerata un pre-ormone, e come tale è in grado di interagire con molte cascate ormonali e meccanismi annessi. Nel caso del cancro del seno positivo agli estrogeni, la vitamina D (o calcitriolo, come vitamina D3), sembra inibire questo tipo di cancro agendo su diversi fronti: blocca il ciclo di replicazione cellulare, stimola l’apoptosi, inibisce l’invasività delle cellule tumorali, la formazione di metastasi, l’angiogenesi: tutti meccanismi essenziali per la replicazione e diffusione della cellula tumorale.
Dal punto di vista chimico, il calcitriolo agisce tramite
- inibizione della produzione delle COX-2, la cui sovraespressione è indice di maggior attività tumorale
- promozione dell’apoptosi modulando l’espressione genica della famiglia Bcl-2, potenziando tale azione attraverso la via di segnalazione dei recettori di morte, regolando l’espressione di oncogeni quali c-myc e c-fos, nonchè di diversi fattori di crescita (EGF, TGF-beta, IGF-1)
- riduzione dell’attività metastatica stimolando la produzione di E-caderina, riducendo la produzione di MMP.
- riduzione della sintesi di estrogeni tramite inibizione delle aromatasi (CYP19).
Tali azioni sembrano raggiungibili anche semplicemente tramite la corretta esposizione al sole o introducendola sotto forma alimentare. Concentrazioni seriche attorno ai 52 ng/ml hanno mostrato di essere associate ad una riduzione del rischio di sviluppare il cancro al seno del 50%. Dosi molto più elevate, attorno ai 100 ng/ml, possono invece risultare dannose, indicando una possibile curva di risposta a J o ad U.
Krishan AV, Swami S, Feldman D: The potential therapeutic benefits of vitamin D in the treatment of estrogen receptor positive breast cancer. Steroids 2012 Sep;77(11):1107-12.