dolcificanti artificiali, bibite gasate e obesità

L’aumento esponenziale dell’obesità, nei paesi industrializzati, sta ricevendo sempre più attenzione da parte dei ricercatori, in quanto fenomeno ormai drammaticamente diffuso. Questo studio esamina le abitudini di adulti e bambini per quello che riguarda il consumo di bevande gasate. Le più note aziende produttrici, consapevoli del danno prodotto dal consumo eccessivo di tali bevande, stanno cercando di correre ai ripari, sostituendo lo zucchero (fino a 30 grammi per ogni lattina) con dei dolcificanti artificiali. Le bevande incriminiate concorrono per circa il 50% del consumo di zucchero aggiunto nella dieta giornaliera. Come ammesso dalla stessa Coca-Cola nel 2014: “some researchers, health advocates and dietary guidelines are suggesting that consumption of sugar-sweetened beverages…is a primary cause of increased obesity rates and are encouraging consumers to reduce or eliminate consumption of such products” (The Coca-Cola Company. United States Securities and Exchange Commission Form 10-K: Annual Report Pursuant to Section 13 or 15(d) of the Securities Exchange Act of 1934. Washington: 2013). Il consumo di bevande a base di dolcificanti artificiali è raddoppiato, dal 2000 al 2008. Questi dolcificanti non mostrano però di ridurre il fenomeno obesità, e diverse nazioni hanno stabilito delle nuove tasse su questi prodotti (Messico, Francia, Ungheria), e in discussione in altri stati, per cercare di scoraggiarne il consumo. Nello stesso report citato sopra, le compagnie direttamente coinvolte, si mostrano preoccupate per il possibile danno economico e la cattiva pubblicità che tale iniziative governative possono produrre, e stanno quindi reagendo in vario modo: cercando un regolamento di auto-limitazione, influenzando la ricerca scientifica, promuovendo eventi di attività fisica e contribuendo alle campagne di elezioni politiche (Moodie R, Stuckler D, Monteiro C, Sheron N, Neal B, Thamarangsi T, et al. Profits and pandemics: prevention of harmful effects of tobacco, alcohol, and ultra-processed food and drink industries. Lancet. 2013;381(9867):670–9, Gornall J. Sugar: spinning a web of influence. BMJ. 2015;350:h231). Tra le altre alternative, l’affermazione in altri mercati ancora in sviluppo, come Cina, India e America Latina.

Oltre ad inifluire sulla salute del singolo individuo (in particolare malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2), le bevande gasate presentano un ulteriore problema che aggrava l’ambiente. Nel Regno Unito, nel 2011, il consumo di bevande gasate, ha immesso nell’ambiente 4,5 tonnellate di CO2, a cui si aggiunge un notevole e non ancora quantificato danno acquatico per lo sversamento di prodotti di scarto e degli stessi dolcificanti. Come detto, a livello mondiale diverse nazioni si sono mosse o si stanno muovendo per aumentare la consapevolezza nei cittadini dei danni inerenti il consumo eccessivo di tali bevande ed altre ne seguiranno.

Borges MC, Louzada ML, de Sá TH, et al: (2017) Artificially Sweetened Beverages and the Response to the Global Obesity Crisis. PLoS Med 14(1): e1002195.