Fin dai tempi remoti, in particolare in Cina, le noci sono state collegate, anche per via della singolare somiglianza tra il gheriglio e le circonvoluzioni cerebrali, ad una migliore salute cerebrale. Diversi i composti che potrebbero svolgere questa azione, in primis gli acidi grassi polinsaturi e i polifenoli di cui le noci sono ricche. Le aspettative di vita tendono ad aumentare, ma con un contemporaneo aumento delle patologie neurodegenerative, quali l’Alzheimer. Uno studio, effettuato su topi trattati con scopolamina, ha testato una dieta standard e con differenti percentuali di calorie derivanti da noci (2%, 6% e 9%). Come risultati, sono stati valutati vari parametri, tra cui quelli di apprendimento, memoria, attività locomotoria. Le percentuali al 6% e al 9% hanno significativamente migliorato il deterioramento cerebrale scopolamina-indotto, con una diminuzione dell’attività acetilcolinesterasica, segno di neuroprotezione contro l’Alzheimer.
Harandi S, Golchin L, Ansari M, et al: Antiamnesic Effects of Walnuts Consumption on Scopolamine-Induced Memory Impairments in Rats. Basic Clin Neurosci. 2015 Apr;6(2):91-9.